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La “Buona Scuola” e noi di Roberto Fini

Entra finalmente a regime il progetto de “La Buona Scuola”, fortemente voluto dal Governo e che ha suscitato molti malumori fra i docenti. Certamente si poteva fare di più e meglio, ma quanto è contenuto nella legge ormai approvata dal Parlamento rappresenta comunque una novità.
Senza alcuna pretesa di completezza, mettiamo in evidenza qualche aspetto che appare degno di nota: per la prima volta il diritto-dovere di aggiornamento docente viene finanziato con un bonus di 500 euro: non è molto ma, visti i tempi magri, chi vuole acquistare un nuovo pc o qualche libro può farlo senza il timore di incidere sulla busta-paga.
Entra a regime l’organico potenziato: c’è molta confusione di interpretazione della legge. I dirigenti scolastici ancora si muovono a tentoni, probabilmente aspettando lumi dal MIUR. Per parte nostra a questo proposito pubblichiamo una nota che, speriamo, possa essere utile. AEEE è a disposizione delle scuole per la formazione dei docenti e la progettazione degli interventi nelle classi.
Nella nota ci concentriamo sulle discipline afferenti alle classi di concorso A017 e A019: dai segnali di cui disponiamo ci sembra che l’orientamento di molti Dirigenti sia quello di utilizzare l’organico potenziato per fornire conoscenze socio-economico-giuridiche agli studenti. Non è molto chiaro come verrà implementato nel curricolo questo set di competenze, ma già il fatto di considerarle come elemento chiave nella formazione di un cittadino, ci sembra un buon risultato.
Che si debbano sviluppare le competenze in area economico-giuridica-sociale appare fuori di dubbio: L’indagine OCSE-PISA 2012 ha messo impietosamente in luce l’analfabetismo economico che caratterizza il nostro Paese: occorre porre rimedio a questa situazione strutturando curricola più adeguati alla realtà dei fatti.
A proposito di competenze in area economico-giuridica, le iscrizioni del prossimo anno al liceo economico-sociale rappresentano un banco di prova di grande importanza: l’introduzione di questo indirizzo liceale ha rappresentato un’importante innovazione, ma le iscrizioni sono ferme intorno al 2%. Occorre che questo liceo venga percepito per quello che: un liceo della contemporaneità, nel quale si forniscono strumenti utili alla formazione di un cittadino consapevole.
Da questo punto di vista ci pare che l’elemento più critico sia rappresentato dal mantenere il LES come una costola del Liceo delle Scienze Umane: l’economia ha uno statuto disciplinare diverso rispetto alle scienze umane e fare di tutta l’erba un fascio non aiuta, né l’economia né le altre discipline.
A questo proposito ci sembra che sia giunto il momento di discutere sullo scorporo del LES dal LSU: ciò aiuterebbe le famiglie e gli studenti a orientarsi nella scelta con maggiore consapevolezza, optando per l’uno o per l’altro dei due sulla base delle
propensioni. La scelta viene oggi fatta più “per sottrazione” che “per addizione”: nel LES non c’è latino, dunque si tratta di un indirizzo più facile, sembrano pensare molte famiglie.
C’è molta carne al fuoco! Speriamo di poter contribuire al progetto con contributi non occasionali e utili alla formazione di docenti e di studenti.

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