PROPOSTA DI PERCORSO DIDATTICO SUL TEMA DEL SOTTOSVILUPPO

a cura di Sergio  Zangirolami

a) Definizione di sottosviluppo, utilizzando indici confrontabili sincronicamente e diacronicamente:

- HDI (Human Development Index) elaborato dall’UNDP, nel quale si tiene conto della Speranza di vita alla nascita; del Tasso di alfabetizzazione, come percentuale della popolazione adulta che sa leggere e scrivere; del Tasso di istruzione, cioè del livello di studio; del PIL reale pro-capite, calcolato dalle Nazioni Unite col metodo della «parità del potere d’acquisto», che valuta la produzione dei vari paesi usando i prezzi medi mondiali.

- GDI (Gender-related Development Index) introdotto nel 1995, usa le stesse variabili di HDI, ma aggiustate tenendo conto delle disparità fra uomini e donne.

- GEM (Gender Empowerment Index) introdotto anch’esso nel 1995, usa variabili costruite per calcolare il potere relativo in economia e in politica. Si calcolano le percentuali di partecipazione delle donne alle cariche pubbliche e alle posizioni manageriali.

- HPI (Human Poverty Index), introdotto nel 1997 e distinto in due indici, HPI-1 per i paesi sottosviluppati e HPI-2 per i paesi sviluppati.

Con questi indici, che si possono trovare aggiornati nel sito del Programma per lo sviluppo dell’ONU (UNDP):

www.undp.org

documento Human Development Report 2001

si fa intanto constatare che vi sono paesi sottosviluppati (una volta si diceva Terzo Mondo) e paesi molto sottosviluppati (il Quarto Mondo).

L’indice HPI, nella sua articolazione, introduce un elemento didatticamente molto forte: il divario fra paesi sviluppati e non, c’è ovviamente, ma quando parliamo di Ricchi e Poveri, non possiamo non tener conto che i poveri sono largamente presenti negli stessi paesi sviluppati e che, quindi, il problema della distribuzione non è soltanto inter-nazionale, ma anche infra-nazionale. Per questo, avvalendosi della collaborazione del collega di Matematica, si possono utilizzare i dati dell’UNDP che si riferiscono, per ogni paese, alla distribuzione del reddito e del consumo per costruire delle curve di concentrazione di Lorenz, che hanno un impatto sugli studenti molto forte, dato che esprimono visivamente il fenomeno.

Un’altra evidente constatazione è quella che verifica i movimenti migratori (i temuti, da noi, extra-comunitari) con i vari gradienti dello sviluppo e del sottosviluppo. Qui ci aiuta il collega di Geografia, che può utilizzare la metafora metereologica dell’alta e bassa pressione.

Classificati i paesi, distinti per Continente, in modo da tracciare una mappa della povertà (e qui viene utile il contributo dei docenti di Geografia e di Storia, per elaborare delle  schede sincroniche e diacroniche dei vari continenti), se ne sceglieranno alcuni (i più poveri per mancanza di risorse; i più poveri ma dotati di risorse; quelli con trend del reddito negativo, costante, positivo) e si farà su di essi un’indagine più approfondita.

L’indagine dovrebbe mettere in luce la composizione del PIL e l’andamento delle loro ragioni di scambio. La fonte sarà, ancora una volta, il Report dell’UNDP

A questo punto, avendo i fondamentali reali, si possono analizzare i movimenti di capitale e il conseguente indebitamento (considerando che, a fronte della necessità del paese debitore ci sta, almeno inizialmente, l’interesse del paese creditore).

Importante sarà non soltanto il confronto assoluto del debito, ma anche il peso che il suo servizio ha sull’economia del paese (vedi Argentina, con più del 70% del valore delle esportazioni dedicato al servizio del debito).

Le fonti saranno trovate negli indirizzi Internet dell’OCSE (OECD); del Fondo monetario internazionale FMI (IMF); della Banca mondiale (World Bank); dell’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO)

b) Materiali didattici. Generalmente non uso materiale già confenzionato (CD o floppy), ma invece tabelle, grafici, discorsi che si prendono nei siti Internet ufficali e nei giornali (ovviamente, privilegiando il Sole 24 ore). Utile è inoltre l’uso di film che, pur non rappresentando strumenti scientifici o documentari, hanno un grande impatto emotivo sugli studenti. Mi riferisco, ad esempio, a «Salaam Bombay» che, meglio di molte tabelle statistiche, documenta il degrado in una grande città del Terzo Mondo.

Le indicazioni bibliografiche seguenti non vengono usate nel corso delle lezioni, ma possono invece essere utilizzate per ricerche specifiche (ad esempio come base per un’area di progetto o per la simulazione di una terza prova):

 

Sylos Labini P. Sottosviluppo Laterza 2000
Lanza A. Lo sviluppo sostenibile il Mulino 1997
Pomfret R. Percorsi diversi per lo sviluppo economico (1992) il Mulino 1995
Pavan A. e Zamagni S. Le nuove frontiere dello sviluppo Ediz Cultura della Pace 1994
AA. VV. Le «diversità» nell’economia mondiale SIPI 1993
AA. VV. Esiste ancora un Terzo Mondo? FrancoAngeli 1992
Latouche S. L’occidentalizzazione del mondo (1989) BollatiBoringhieri 1992
Tamames R. Un nuovo ordine mondiale (1991) F.Muzzio 1992
Bairoch P. Le Tiers-Monde dans l’impasse Gallimard 1992
Plana M. e Trento A. L’America latina nel XX secolo Ponte alle Grazie 1992
Basu K. e Nayak P. Development Policy and Economic Theory Oxford Univ Press 1992
Salvadori R.G. e Tanini F. Progresso e sviluppo FrancoAngeli 1991
Nebbia G. Lo sviluppo sostenibile Ediz Cultura della Pace 1991
Oman C.P. e Wignaraja G. L’évolution de la pensée économique sur le développement depuis 1945 OCDE 1991
Dumont R. Un mondo intollerabile (1988) Eléuthera 1990
Arndt H.W. Lo sviluppo economico (1987) il Mulino 1990
AA. VV. I diversi sud dell’economia mondiale Ediz Fondazione Giovanni Agnelli 1989

c) Link utili:

Tobin tax
Programma ONU per lo sviluppo
OCSE
Banca Mondiale
FMI
OMC