Milano, 23 gennaio 2005 

L’AEEE-Italia (Associazione Europea per l’Educazione Economica) è l’associazione disciplinare più rilevante in Italia tra i docenti di queste discipline, fa parte di un consorzio europeo di associazioni in questo ambito ed al tempo stesso costituisce un osservatorio sull’insegnamento delle discipline economiche, aziendali e giuridiche in Italia e in Europa.

L’AEEE-Italia ha esaminato con attenzione lo schema di decreto legislativo sulla Riforma del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione con particolare riguardo al Liceo economico e all’insegnamento di Diritto ed Economia nei bienni. Questa bozza in tema di riforma della secondaria superiore appare fortemente preoccupante per le scelte e i contenuti che emergono. L’associazione avanza in particolare i seguenti rilievi:

1. Relativamente al Liceo economico

a. Emerge un’evidente contraddizione tra l’asserita non terminalità caratteristica di un liceo e la contemporanea presenza nella bozza di un indirizzo istituzionale di natura sicuramente non terminale e di un indirizzo aziendale di carattere prevalentemente terminale, in quanto collegato alle esigenze del mercato del lavoro in specifici settori produttivi.

Mentre l’indirizzo istituzionale ha un opportuno carattere culturale generale, l’articolazione dell’indirizzo aziendale in tre approfondimenti di indirizzo in servizi, turismo e agro-alimentare, non appare giustificata dal richiamo ai diversi fabbisogni formativi contenuto nell’art.2, comma 2 della bozza. Questi possono infatti ben essere identificati dai soggetti interessati e soddisfatti con gli strumenti della flessibilità territoriale e della personalizzazione dei piani di studio. La scelta attuata dà la netta impressione di voler solo cambiare nome agli attuali istituti tecnici, forse per tranquillizzare le famiglie sul futuro professionale dei propri figli, dato che è ancora in corso la configurazione del sistema dell’istruzione e formazione professionale.

b. Il profilo culturale in uscita non è chiaro, è fortemente frammentario e non giustifica l’aggettivo economico. Secondo l’associazione un liceo si caratterizza per la prevalenza del carattere culturale rispetto a quello professionale. L’aggettivo economico ne qualifica l’ambito. Si tratta di un’area specifica delle scienze sociali, costituita dall’economia, dall’economia aziendale e dal diritto. Queste discipline hanno ad un tempo un carattere tecnico-normativo ed uno scientifico. Questa loro specificità consente di graduare le scansioni di un curricolo in vista di un profilo prevalentemente culturale oppure professionale.

L’associazione ha condiviso da tempo l’idea di arricchire l’offerta formativa liceale del nostro paese con la costituzione di un moderno liceo economico. Esso può essere fondato sul nucleo portante delle scienze economiche, aziendali e giuridiche insieme a discipline quali matematica, statistica, tecnologie informatiche, filosofia, storia, geografia ed altre ancora, raccordate tra di esse con eventuali opportuni accorpamenti. Le tecnologie informatiche richiedono a nostro avviso un loro specifico ambito disciplinare.

L’economia, il diritto, l’economia aziendale, hanno in comune il concetto–chiave di organizzazione. Esse studiano le azioni umane in un contesto decisionale reale. Il concetto di organizzazione ha una portata filosofica molto ampia. Offre la possibilità di apprendimenti integrati tra le scienze sociali e le scienze umanistiche o naturali. L’acquisizione di questo concetto mette lo studente in grado di analizzare la complessità dei problemi della società moderna, di sviluppare criteri scientifici e operativi, che possono essere impiegati in situazioni nuove, impreviste o del tutto incerte offrendo soluzioni adeguate, che necessitano di attenzione alle variabili, ai vincoli, alla misurazione dei dati quantitativi.

Alla fine di un simile ciclo liceale lo studente è una persona dotata di padronanza di modelli teorici e di abilità pratiche di sperimentazione, possiede una visione del mondo non disorganica nel campo della storia e dell’organizzazione delle risorse di una società, sa valutare le opportunità e i rischi del proprio operare, le ricadute sociali dei comportamenti individuali, inizia a delineare un proprio progetto di vita.

c. La bozza di decreto presentata non offre questo profilo alto, soprattutto per l’incomprensibile carattere delineato per l’indirizzo aziendale. Ne esce mortificata l’idea suggestiva di un moderno liceo economico fondato sulle scienze sociali, caratterizzato da un numero limitato di indirizzi con valenze culturali generali. Anche l’indirizzo aziendale può assumere carattere liceale fondandosi su di un asse culturale attorno al concetto di organizzazione: organizzazione dei flussi e degli stock di risorse in ingresso, della loro ricomposizione, della generazione di valore, della pianificazione e controllo dell’insieme delle attività d’impresa.

Del resto un moderno liceo economico è un obiettivo ricco di interesse per le giovani generazioni europee. Lo confermano i dati che ci provengono dagli altri paesi europei, dove circa un quarto dei giovani liceali francesi seguono il Lycée ES (Economico e Sociale) ed esattamente la stessa percentuale dei giovani inglesi sceglie l’opzione Business o Economics per gli esami dell’A2 level.

2. Relativamente all’insegnamento di Diritto ed Economia nei bienni

Le caratteristiche della moderna società richiedono conoscenze di base nel campo economico e giuridico. Si tratta di una scelta ampiamente condivisa nei sistemi scolastici dei Paesi europei e fatta propria dal sistema scolastico italiano già da molti anni, con l’introduzione nel biennio di molti indirizzi (dagli istituti tecnici a quelli industriali, dagli istituti professionali sino ad alcune tipologie di liceo) di questa disciplina. Questa scelta risponde all’esigenza fondamentale di formare cittadini in grado di comprendere i valori costituzionali, normativi ed il significato delle scelte economiche, collocandole nel contesto italiano ed europeo in cui il nostro paese tende sempre più ad integrarsi.

Queste discipline appaiono una componente culturale essenziale per la formazione degli adolescenti, che si troveranno nell’arco di tutta la loro vita ad operare scelte che toccano questi ambiti. La comprensione degli elementi di base economici e giuridici costituisce anche un importante elemento di raccordo tra le diverse aree disciplinari presenti nei bienni, offre interessanti spunti riferibili alle esperienze di vita dei giovani, ne accresce la motivazione all’apprendimento. Questi buoni risultati sono stati ottenuti grazie alla presenza nel nostro sistema scolastico di un ampio numero di docenti in grado di trasferire agli studenti le chiavi della lettura della realtà economica, giuridica e sociale con skill specifici.

Siamo quindi fortemente critici con l’impostazione della riforma dei licei che cancella inopportunamente la dimensione giuridico-economica dalle competenze di base comuni, la cui individuazione è esplicitamente richiamata come uno degli obiettivi prioritari della riforma. Questa opzione, se confermata, costituirebbe un incredibile passo indietro rispetto ai positivi risultati in atto, discostandosi anche dall’orientamento degli altri Paesi dell’UE che stanno estendendo con convinzione la formazione giuridico-economica a tutta la scuola secondaria superiore.

In conclusione l’AEEE-Italia:

·        chiede la sostanziale revisione della parte relativa al Liceo economico per renderlo un effettivo moderno liceo non terminale

·        chiede l’estensione delle materie di Diritto ed Economia al sistema dei licei e dell’istruzione secondaria, con particolare attenzione almeno al biennio iniziale 

Direttivo dell’AEEE-Italia (Associazione Europea per l’Educazione Economica)