Cari colleghi, qualche considerazione, non tanto sulla riforma della scuola secondaria, che personalmente preferirei definire un riordino e rispetto al quale possiamo individuare molti limiti, quanto sulla vicenda del Liceo Economico-sociale. Vi ricordate che circa un anno e mezzo fa l’ex-IRRE della Lombardia dava alle stampe il libro “Cultura economica nei licei”, di lì a poco il libro fu preso in ottima considerazione da un Focus del Corriere della Sera di Dario Di Vico. Quel libro era il frutto di un lavoro condotto da molte mani e soprattutto della volontà di far compiere un salto di qualità all’educazione economica (e giuridica ed in parte aziendale), perché essa non fosse intesa come tecnica, bensì come cultura moderna dotata di scientificità, da promuovere in serie A. Nel dicembre del 2008 presentavamo il libro, proprio pochi giorni dopo l’uscita delle prime bozze di regolamento del riordino liceale, che prevedevano il Liceo delle Scienze Umane, liceo monoindirizzo. Tiziana Pedrizzi ci suggerì subito di porre il tema di un secondo indirizzo (opzione) economico e sociale in questo liceo. In primavera prendemmo contatti con la rete dei licei delle Scienze sociali, anch’essa interessata a una migliore declinazione di un Liceo, non tanto delle scienze umane (psicopedagogico), quanto di un liceo sociale. Preparammo dei materiali dell’associazione e trovammo il Direttore degli ordinamenti Mario Dutto molto disponibile a prendere in considerazione l’idea di una seconda opzione liceale, tanto che nello scorso giugno finalmente essa prese corpo con l’esplicita definizione Economica-sociale. Ci ricordiamo perfettamente che il quadro orario non corrispondeva affatto alla denominazione del liceo, quattro ore settimanali dedicate alle scienze sociali, solo 2 all’economia ed al diritto, molte materie affastellate le une sulle altre. Certamente di Liceo Economico-sociale era difficile parlare. Al Convegno di Parma con Bruno De Masi ponemmo la questione, come pure quella del senso della cultura economica e giuridica. Gli ultimi mesi sono stati fitti di contatti con la Cabina di regia dei licei di Max Bruschi e Luca Azzollini, essa ha dato molto ascolto all’idea di una migliore caratura economica e giuridica del Liceo, che è sfociata nel regolamento approvato in un corretto equilibrio tra le ore di economia/diritto e quelle di scienze sociali, in una migliore compattamento delle ore, i profili in uscita sono coerenti con la natura di questo Liceo.
Arriviamo ad oggi. Sono convinto che abbiamo davvero ottenuto un risultato notevole, al di là delle nostre forze. Hanno molto pesato i numerosi importanti stakeholders interessati all’educazione economica (e giuridica) e diversi professori universitari, Francesco Silva e Stefano Zamagni su tutti, che ci hanno sempre incoraggiato ed appoggiato.
Non possiamo adagiarci sugli allori. Le prossime tappe saranno quella della definizione dei curricoli e soprattutto quella della creazione delle condizioni del successo del Liceo Economico-sociale. Occorre che esso sia apprezzato ed un poco per volta esso divenga popolare come lo è in Francia, che non si limiti a qualche classe in ex-istituti magistrali, ma che ad esempio vengano aperti Licei Economico-sociali presso licei scientifici, rispetto ai quali la cultura economica può rivaleggiare. Al tempo stesso potremo puntare su di una sempre maggiore presenza nei licei, in tutti i licei, dell’economia e del diritto, così come nella cultura generale del paese.
Ringrazio i molti colleghi che hanno sostenuto l’attività dell’associazione in questa direzione, contando sul loro appoggio nelle prossime importanti tappe; invito tutti ad esprimere i propri pareri.